Monetizzare la libido

I soldi simboleggiano l’energia psichica. A scriverla così mi sembra quasi di aver scoperto l’acqua calda, anche se sulle prime il collegamento può sembrare controintuitivo. Ma è soprattutto un’osservazione empirica: quando sei squattrinato sei anche giù di morale, indeciso, fiacco. Poi senza preavviso erediti da un lontano parente 10.000 lire, e la vita torna a sorriderti, ritrovi il nerbo.

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Il mondo e me stesso

“Prima di cambiare il mondo, cambia te stesso”. Un principio che non è sbagliato, se non diventa uno slogan, o ancor peggio se non diventa una scusa: la parola d’ordine di un escapismo interiore – un in-capismo, se vogliamo – che sostituisce l’azione concreta con un lavoro su di sè che alla fine non produce nulla. Leggi tutto “Il mondo e me stesso”

L’irrinunciabile

“Comunque la gente non è disposta a rinunciarci” – si sente spesso questa formula, come una pietra tombale sul discorso, quando si parla di limitare tecnologie o innovazioni il cui utilizzo su ampia scala porta a ripercussioni anche gravi sul piano sociale, culturale o ecologico (o come spesso accade, su tutti e tre questi piani).
“La gente non è disposta a rinunciarci” e il corollario è “…e un motivo ci sarà”. Come a sottintendere che l’idea stessa di ridurre l’uso quotidiano e personale di chessò, smartphone o automobili, sia di per sè una forma di oscurantismo, una mentalità retrograda che mira a togliere agli altri una sorta di diritto acquisito ma ormai fondamentale.

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Prima dell’alba

Non sai ancora di esser libero.
Reciti il tuo lavoro, l’affitto a fine mese, le multe, le vacanze, il traffico. Non c’è nulla di male, però ti sei scordato di essere un attore.
È come un sogno dentro un sogno – forse ne riderai, dopo il risveglio.

(Immagine: Franz Wacik)

L’uomo grigio

immagine:  Viktor Anatol'evich Travin

Le fiabe usavano come spauracchio “l’uomo nero” – ma a me fa più paura quello grigio. L’anima spenta, lo sguardo di calcare, sorriso solo per dovere. Morale burocratica, sogni prefabbricati, la società sonnambula.
Sono di certo vittime di un mondo che già dal primo giorno tenta di soffocarli; però non manca un po’ di colpa in questa resa, nel loro farsi complici e ingranaggi. E’ un grigio contagioso, che cerca di inglobare il mondo intero dentro la grande macchina della rassegnazione.
E così ondeggio fra compassione e rabbia; fra l’egoismo malcelato di voler salvare gli altri, e quello più sincero di fuggire, di mettersi al riparo.

(immagine: Viktor Anatol’evich Travin, 1988)