Monetizzare la libido

I soldi simboleggiano l’energia psichica. A scriverla così mi sembra quasi di aver scoperto l’acqua calda, anche se sulle prime il collegamento può sembrare controintuitivo. Ma è soprattutto un’osservazione empirica: quando sei squattrinato sei anche giù di morale, indeciso, fiacco. Poi senza preavviso erediti da un lontano parente 10.000 lire, e la vita torna a sorriderti, ritrovi il nerbo.

Si tratta di un collegamento simbolico, che non è di certo un’equazione o una regola matematica. Più che una regola, è una tendenza, una predisposizione che però sa mostrarsi anche con una notevole forza.
Non dico poi che sia una cosa logica né moralmente giusta, eh. Di fronte a questo legame si potrebbe giustamente rispondere che “non dovrebbe essere così”, il che però conta poco di fronte al “eh già, ma di fatto è così”.
Io stesso ho intrapreso ripetutamente scelte di vita che privilegiano altri valori a scapito del reddito; ma sarebbe ipocrita negare che quando mi trovo nei “chiari di luna” ne avverto le ripercussioni psicologiche.
Quel che mi chiedo (e si tratta di una di quelle domande che non desiderano una risposta, ma solo seminare il dubbio; chè spesso uno indica un bell’interrogativo, e certi si sentono in dovere di rovinarlo con una baldanzosa risposta) – quel che mi chiedevo, dicevo, è se questo influsso del denaro sulla psiche sia un costrutto sociale, cristallizzatosi culturalmente nei secoli, fino a penetrare nella psiche individuale; o se questa predisposizione associativa sia un tratto fondamentalmente umano, se le monete non siano state inconsapevolmente inventate proprio con lo scopo di misurare, rafforzare o indebolire l’energia psichica del singolo, e solo secondariamente per essere usato come mezzo di scambio.

Più che di una riflessione si tratta di appunti ancora disordinati, che butto qui giusto per appuntarli. Ma se volessimo dare una conclusione, potremmo proporre al SSN di curare all’occorrenza questa affezione psichica con un adeguata trasfusione di soldi. E si tratta di una battuta, ma non troppo… (ma si potrebbe chiosare che – come ogni psicofarmaco – c’è l’alto rischio di dipendenza e assuefazione)

(appunti ripescati, 15 giugno 2021.

Rileggendoli, aggiungerei:
– se l’associazione soldi/energia è un costrutto sociale, poi interiorizzato nella psiche individuale, è anche una forma di controllo imposta, nei confronti delle classi meno abbienti, che si ritrovano così fiaccate, incapaci di avere le forze psichiche per ribellarsi alla loro condizione.
– monetizzare l’energia ha il suo contraltare nella pornografia, che si potrebbe intendere come la pretesa di acquistare libido in cambio di denaro; e se anche tale pretesa non fosse illusoria, c’è sempre la fregatura del cambio di valuta, con la forbice di valore fra l’acquisto e la vendita di una valuta, ovviamente a svantaggio dell’cliente; per cui, a ogni scambio ci si rimette una percentuale, e si paga pure la commissione al banco.)