L’armata dei pifferai

Soltanto pochi ingenui credono ancora che la politica venga limpidamente decisa dal popolo, attraverso la partecipazione democratica.

Il paradigma complottista crede – altrettanto ingenuamente – che ci sia una regia occulta, capace di dirigere le masse; un po’ come il pifferaio di Hamelin, che guidava i topi verso la morte, con la sua subdola musica incantata.

Personalmente credo che invece ci sia non uno, ma decine e centinaia di pifferai, grandi e piccoli, e che ognuno di loro suoni la sua melodia, creando un bailamme dissonante e cacofonico. Che le masse vengano attratte ora qua e ora là, come una banderuola che si piega alla musica di turno. Fiumi di topi che corrono senza una vera meta, girando a volte in tondo, perdendo ogni orientamento. E se di tanto in tanto i pifferai si uniscono in bande, per il tornaconto comune, alla prima occasione poi cercheranno di fregarsi l’un l’altro, alimentando così una confusione ancora più grande.

Nessuna regia, dunque, nessun grande burattinaio che dirige la politica mondiale. La sola grande spinta comune è verso l’abisso, perchè da questo dis-concerto di sirene contrastanti, non può che sortire una dissennata bolgia autodistruttiva.