Le fiabe usavano come spauracchio “l’uomo nero” – ma a me fa più paura quello grigio. L’anima spenta, lo sguardo di calcare, sorriso solo per dovere. Morale burocratica, sogni prefabbricati, la società sonnambula.
Sono di certo vittime di un mondo che già dal primo giorno tenta di soffocarli; però non manca un po’ di colpa in questa resa, nel loro farsi complici e ingranaggi. E’ un grigio contagioso, che cerca di inglobare il mondo intero dentro la grande macchina della rassegnazione.
E così ondeggio fra compassione e rabbia; fra l’egoismo malcelato di voler salvare gli altri, e quello più sincero di fuggire, di mettersi al riparo.
(immagine: Viktor Anatol’evich Travin, 1988)