Dalla logica degli antichi greci, abbiamo ereditato la concezione per cui “vero” e “falso” sarebbero degli stati universali, validi sempre e ovunque.
Nei fatti però li usiamo come un orientamento transitorio, utile sul momento, ma destinato a cambiare in base alla situazione, o allo stato d’animo. E va pure bene così, anzi: la logica mutabile porta a scelte e comportamenti calati nella realtà contingente, mentre la coerenza assoluta spesso è intransigente, sconnessa dal caso specifico, o semplicemente antipatica.
E allora si potrebbe ribadire – anche nel pensiero più aulico, e non solo nella quotidianità implicita – che la vita non è regolata da sillogismi, e che la logica ferrea è sì utile, ma anch’essa solo in certe applicazioni.
(Appunti dell’agosto 2023. Immagine: Huyendo de la crítica, di Pere Borrell del Caso – 1874)
