Ordine

“Ordine” – in questa parola si confondono tragicamente le idee di stabilità, equilibrio, sicurezza, con quelle di comando, imposizione di una volontà sull’altra: come se l’armonia dipendesse dal capeggiare.

La pietra d’inciampo

“Se Dio è onnipotente, può creare una pietra così pesante che nessuno – neppure lui – può sollevare?”
Rovello antico, che mi è sempre parso ingenuo e fuori luogo, ma oggi ho realizzato: quella pietra è l’Uomo.
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(4 dicembre 2019 – immagine da un ex libris)

A volte perde, ma esiste

Spesso la magia si infrange contro la realtà, e allora si conclude che “la magia non esiste”. È vero, la magia non è invincibile. Il mago tenta di cambiare la realtà, ma non sempre la sua arte è sufficiente. Ci sono configurazioni che si lasciano modificare, e altre troppo forti, irrevocabili; ci sono incantesimi che riescono dove altri falliscono, ma ci sarà sempre qualche impossibilità, contro cui ogni sapienza si infrange.
Non per questo, però, la magia non esiste. È come un pugile, che a volte trionfa sul suo avversario, ma altre soccombe: una sconfitta non comporta che “il pugilato non esiste”, né che sia del tutto inutile. Similmente, la vera esperienza del mago sta nel capire contro quali realtà può misurarsi, e quali eludere, o accettare.

Il blocco unico del “sì”

La propaganda di sistema usa spesso la formuletta “partito del no”, per delegittimare tutte le istanze di protesta contro quei progetti inutili che con la scusa di un progresso distribuito portano invece soltanto profitto nelle tasche di pochi, dei soliti, al costo della devastazione di un territorio già stremato da una mania costruttiva che è in gran parte speculazione pura. L’etichetta schiaccia la prospettiva, come se essere opporsi a un progetto specifico volesse dire essere contrari a ogni innovazione, per partito preso. La logica e le distinzioni, però, valgono poco contro gli slogan, specialmente quando escono dai megafoni del potere, con la loro voce autorevole, ripetuta ossessivamente finchè ti entra nella testa. Leggi tutto “Il blocco unico del “sì””

L’ecosistema in noi

“Gli ecosistemi sono apparentemente caotici, ma in realtà la loro polifonia crea una struttura organica
molto più resistente rispetto alle macchine lineari che vorrebbero sostituirli. La meccanica appare più potente, ma in realtà è solamente più controllabile, e in ciò sta il tallone d’Achille della sua fragilità. Proprio per questo, e per nostra fortuna, la vittoria-sconfitta dell’umanità artificiale non è certo definitiva, come invece molti credono. L’ecologia irriducibile in cui viviamo appare domata, ma può tornare, con la stessa elegante e coraggiosa sfida con cui il tarassaco mette radici nel prato non appena il giardiniere si distrae.”

Il 15 settembre è uscito un nuovo libro che ho scritto a quattro mani con l’antropologo Andrea Pilloni, per Piano B edizioni.

Si intitola L’ecosistema in noi, e parla di ecologia e identità umane, contro l’ideologia artificiale del controllo assoluto.

 

Scheda del libro sul sito della casa editrice.

Ladri di voglia

 

“Mi piacerebbe anche, leggere, è che non ho mai tempo”, diceva una tizia alla sua amica, ieri, in treno. E poi “Beh ora mi rilasso un attimo che dopo ieri sono stanchissima” e messe le cuffie, ha iniziato a scrollare le reel di instagram. Quindici secondi di due ragazzi che ballano, trenta secondi di una tipa che prova vestiti, venti secondi di una “location turistica da sogno”, trenta secondi di una torta appena sfornata. E avanti così, da Mestre fino a Trieste, che sono almeno due ore, anche di più se il treno fa ritardi (e quindi sì). Leggi tutto “Ladri di voglia”

Monetizzare la libido

I soldi simboleggiano l’energia psichica. A scriverla così mi sembra quasi di aver scoperto l’acqua calda, anche se sulle prime il collegamento può sembrare controintuitivo. Ma è soprattutto un’osservazione empirica: quando sei squattrinato sei anche giù di morale, indeciso, fiacco. Poi senza preavviso erediti da un lontano parente 10.000 lire, e la vita torna a sorriderti, ritrovi il nerbo.

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L’armata dei pifferai

Soltanto pochi ingenui credono ancora che la politica venga limpidamente decisa dal popolo, attraverso la partecipazione democratica.

Il paradigma complottista crede – altrettanto ingenuamente – che ci sia una regia occulta, capace di dirigere le masse; un po’ come il pifferaio di Hamelin, che guidava i topi verso la morte, con la sua subdola musica incantata.

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